
Torna Ascanio Celestini autore, attore cineasta, scrittore di punta del teatro italiano con questo ultimo lavoro ove si narra di un Gesù improbabile che dice di essere stato mandato molte volte nel mondo ma questa volta non per redimere l’umanità, ma per osservarla. Però Dio l’ha fatto nascere cieco e gli ha messo accanto uno degli apostoli, Pietro.
La cecità è legata all’immagine ancestrale del cieco che acquista la vera vista perdendola.
È Edipo, ma anche il personaggio di Carver in Cattedrale.
È anche la cecità psichica che secondo William James “consiste non tanto nell’insensibilità alle impressioni ottiche, quanto nell’incapacità di comprenderle”.
Insomma un Cristo umanissimo fatto di carne, sangue e parole, che condivide le paure e i dubbi del tempo presente. Con la crisi delle ideologie nate dall’illuminismo anche le religioni hanno subito un contraccolpo.
L’ebraismo ha trovato una patria mescolando le incertezze religiose alle certezze nazionaliste, l’islamismo è diventata una religione di lotta e di governo, mentre il cristianesimo si trova a vivere una fase particolare con due Papi viventi uno accanto all’altro, ma con due volti contrastanti: il rigido teologo e il prete di strada.
Queste incertezze passano in maniera obbligatoriamente grottesca e ironica nel personaggio portato in scena da Celestini: un povero Cristo che può agire nel mondo solo come essere umano tra gli esseri umani. Uno che sente la responsabilità, ma anche il peso di essere solo sul cuore della terra
Regia
Ascanio Celestini
Interpreti principali
Ascanio Celestini e Gianluca Casadei alla fisarmonica
Compagnia
Ascanio Celestini- Fabbrica
Note
voce fuori campo di Alba Rohrwacher
Torna Ascanio Celestini autore, attore cineasta, scrittore di punta del teatro italiano con questo ultimo lavoro ove si narra di un Gesù improbabile che dice di essere stato mandato molte volte nel mondo ma questa volta non per redimere l’umanità, ma per osservarla. Però Dio l’ha fatto nascere cieco e gli ha messo accanto uno degli apostoli, Pietro. La cecità è legata all’immagine ancestrale del cieco che acquista la vera vista perdendola. È Edipo, ma anche il personaggio di Carver in Cattedrale. È anche la cecità psichica che secondo William James “consiste non tanto nell’insensibilità alle impressioni ottiche, quanto nell’incapacità di comprenderle”. Insomma un Cristo umanissimo fatto di carne, sangue e parole, che condivide le paure e i dubbi del tempo presente. Con la crisi delle ideologie nate dall’illuminismo anche le religioni hanno subito un contraccolpo. L’ebraismo ha trovato una patria mescolando le incertezze religiose alle certezze nazionaliste, l’islamismo è diventata una religione di lotta e di governo, mentre il cristianesimo si trova a vivere una fase particolare con due Papi viventi uno accanto all’altro, ma con due volti contrastanti: il rigido teologo e il prete di strada. Queste incertezze passano in maniera obbligatoriamente grottesca e ironica nel personaggio portato in scena da Celestini: un povero Cristo che può agire nel mondo solo come essere umano tra gli esseri umani. Uno che sente la responsabilità, ma anche il peso di essere solo sul cuore della terra.
Regia Ascanio Celestini Interpreti principali Ascanio Celestini e Gianluca Casadei alla fisarmonica Compagnia Ascanio Celestini- Fabbrica Note voce fuori campo di Alba Rohrwacher
Via Benedetto Cairoli, 53 - 26041 Casalmaggiore (CR)