
‘tempèstas’ in origine significò momento del giorno, solo in seguito divenne condizione, stato atmosferico ed infine, in modo speciale, un tempo burrascoso e rovinoso. Ne La Tempesta, nel Fregio e in altri dipinti di Giorgione l’attimo fulmineo viene congelato nella rappresentazione naturale del lampo, dell’atmosfera e della luce di un Veneto che non ritornerà, catturato dallo sguardo che fissa la stagione e le fasi del ciclo di vita vegetale, sconvolto dal vento, saturato dalle buie nubi incombenti. Erba, terra, vento, nebbie, acqua, luce e nembi: la natura offre un codice -la cui chiave è da ricercare nella tradizione sapienziale veterotestamentale e nei testi apocalittici- per annunciare la fine dei giorni. Una raffinata istallazione, un omaggio e un attraversamento nell'opera del Giorgione, un percorso di visione che gioca con rimandi alle pitture e alle ragioni della creazione. Non c’è racconto, ma l’evocazione, fortissima, di qualcosa di incombente permeato da una grande fascinazione estetica.
Regia
Simone Derai
Interpreti principali
Anna Bragagnolo, Pierantonio Bragagnolo
Compagnia
coproduzione Centrale Fies, Operaestate Festival e con il sostegno della Regione del Veneto
Note
Premio Scenario 2009 Segnalazione Speciale
Via Benedetto Cairoli, 53 - 26041 Casalmaggiore (CR)